Non si ferma la macchina del soccorso aereo per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Aerei ed equipaggi dell’Aeronautica pronti a partire in tempi strettissimi per trasporto di pazienti in bio-contenimento
(Fonte UGC SMA UPI foto AM) – 18 marzo – Non si ferma la macchina del soccorso aereo, in questi giorni impegnata con tutte le risorse del Paese per l’emergenza Coronavirus. Sono nove ad oggi le missioni di trasporto effettuate dai velivoli dell’Aeronautica Militare per trasferire in sicurezza pazienti da un ospedale all’altro, alleviando così la pressione sui centri di cura del nord Italia in questo momento maggiormente interessati dal problema. Per fronteggiare l’emergenza è stato creato un hub temporaneo presso la base aerea di Cervia, dove sono sempre pronti al decollo elicotteri HH-101 ed equipaggi del 9° e del 15° Stormo, nonché team di medici ed infermieri della Forza Armata specializzati in trasporti in alto bio-contenimento.
Sono quattro i trasporti effettuati fino ad oggi dal velivolo C-130J della 46ª Brigata Aerea per il trasporto di pazienti che da Bergamo sono stati trasferiti in altri ospedali della nazione. In ognuno dei quattro interventi il velivolo, in stato di allerta sulla base di Pisa e attivato su richiesta del Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) della Protezione Civile, ha prelevato sull’aeroporto di Cervia il team di bio-contenimento e le speciali barelle di isolamento, per poi dirigersi verso l’aeroporto di Orio al Serio per l’imbarco dei pazienti.
Negli ultimi dieci giorni, inoltre, sono stati effettuati altri cinque trasporti di questo genere con gli elicotteri HH-101 del 15° Stormo, con il supporto anche di equipaggi del 9° Stormo di Grazzanise, sempre partendo dalla base di Cervia per intervenire in diversi luoghi del territorio nazionale. Si tratta di aeromobili di ultima generazione utilizzati per molte tipologie di missioni, dalla ricerca e soccorso fino al supporto alle operazioni speciali, configurati in questo caso come delle vere e proprie “ambulanze volanti”, in grado di trasportare pazienti in modalità di bio-contenimento attraverso speciali barelle isolate A.T.I. (Aircraft Transit Isolator), nonché assistere i pazienti con apparati di respirazione durante il volo.
Gli assetti e gli equipaggi sono in stato di allerta operativa, 24 ore su 24, pronti a partire in tempi strettissimi. Le attività vengono coordinate dal Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara), centro nevralgico della Forza Armata che attraverso il proprio Air Operation Center è deputato a ricevere e valutare le richieste che di volta in volta possono arrivare da ospedali, prefetture o, in questo caso in modo accentrato, dalla Protezione Civile, traducendo le stesse in ordini di missione per i reparti di volo designati. Nelle missioni di trasporto sanitario di urgenza – e ora più che mai – è essenziale il “fattore tempo”, che è possibile contenere grazie a meccanismi e procedure consolidate nel tempo e alla stretta e proficua sinergia in atto tra i diversi Dicasteri coinvolti e le agenzie del soccorso impegnate sul campo.
Tali interventi si inquadrano nel più ampio quadro delle attività di supporto delle Forze Armate all’emergenza COVID-19. Fin dalle prime fasi, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha assicurato il massimo sforzo della Difesa a supporto del Paese e, grazie alla capacità di trasporto in bio contenimento, l’Aeronautica Militare ha fornito un significativo contributo al dispositivo messo in campo dal Ministero della Difesa a supporto del Ministero degli Affari Esteri, della Salute e della Protezione Civile.
Su richiesta del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) sono state effettuate, nel mese di febbraio, quattro missioni per il rientro di cittadini italiani e stranieri dalla Cina e dal Giappone, tutte con velivoli KC-767A del 14º Stormo di Pratica di Mare. La prima missione il 2 febbraio, direttamente dalla città cinese di Wuhan per il rimpatrio di 56 connazionali; poi il 9 febbraio, da Brize Norton (Inghilterra) a favore di un gruppo di cittadini italiani e stranieri rientrati sempre da Wuhan; il 14 febbraio un terzo volo ha riportato in Italia il giovane Niccolò, il diciassettenne di Grado, ed infine, tra il 21 e il 22 febbraio, un’ulteriore missione per il trasporto dal Giappone di 19 connazionali ed altri cittadini europei che erano a bordo della nave da crociera Diamond Princess. Si è trattato di un intenso lavoro di squadra tra diverse tipologie di unità specializzate del Comando Aeroporto di Pratica di Mare, del 3° Stormo di Villafranca e del Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, grazie al quale è stata allestita una zona campale per le operazioni in sicurezza di sbarco, accoglienza e screening sanitario iniziale del personale.
Il trasporto aereo in bio-contenimento è, in questa emergenza, una delle capacità peculiari espresse dall’Aeronautica Militare, unica insieme alla Royal Air Force del Regno Unito in Europa, che permette il trasporto di personale affetto da malattie particolarmente infettive in totale isolamento e sicurezza. Come dimostrano le diverse missioni di questi ultimi giorni, la Forza Armata è in grado di garantire tale capacità con un’ampia gamma di assetti, a seconda del tipo di intervento richiesto, sia con ala rotante che con velivoli da trasporto (KC-767A del 14° Stormo di Pratica di Mare, C-130J e C-27J della 46ª Brigata Aerea di Pisa).
Il Team di bio-contenimento AM, che fa riferimento all’Infermeria Principale di Pratica di Mare, è costituito da specialisti – medici ed infermieri – il cui numero nella singola missione può variare in ragione del tipo di velivolo impiegato e del tipo e livello di intervento richiesto. I medici e gli infermieri impiegati vengono periodicamente addestrati e formati attraverso corsi ed attività esercitative. L’Aeronautica Militare è dotata di sistemi isolatori tipo ATI, STI e N36, certificati sui vari velivoli militari impiegati per questo genere di trasporti.