Nel comprensorio di Corvara in Badia si è conclusa l’esercitazione Extreme Patrol, che per tre giorni e tre notti ha visto scendere in campo dodici pattuglie dei reggimenti delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano, appartenenti alle brigate Taurinense e Julia, tra cui quella del 9° dell’Aquila.
Le pattuglie, formate da otto militari, si sono addestrate a 2000 metri di quota sulle Dolomiti, percorrendo decine di chilometri in salita nei boschi, lungo sentieri con pendenze di oltre il 100%, portando più di 35 kg di equipaggiamento e armamento individuale.
Ogni team ha affrontato una sequenza impegnativa di test preparati dal Comando delle Truppe Alpine per verificare il livello di addestramento posseduto a livello personale e collettivo: infiltrazione a piedi, superamento di ostacoli verticali, allestimento di una base dove sostare all’aperto, realizzazione di un punto di osservazione dal quale riportare via radio – in inglese – la presenza di avversari impersonati da alpini vestiti con uniformi diverse, soccorso e trasporto di un ferito, prova di tiro a salve in poligono, adoperando un sistema tecnologico di alta precisione in dotazione all’Esercito, con il quale è stata simulata in modo realistico la liberazione di un ostaggio.
Ad ogni prova, i nuclei di supervisione, designati con la sigla Observer Coach Trainer e forniti dal Centro Addestramento Alpino di Aosta e dal Comando delle Truppe Alpine di Bolzano, hanno assegnato un punteggio, la cui somma ha fornito la valutazione complessiva della singola pattuglia. L’esercitazione ha coinvolto complessivamente circa 300 militari e si è svolta in collaborazione con le comunità locali, nel rispetto dell’ambiente ed in una cornice di massima sicurezza, grazie alla presenza di una squadra soccorso del 3° reggimento alpini, di elicotteri del 4° Reggimento ‘Altair’ dell’Aviazione dell’Esercito, e all’apporto del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.
Extreme Patrol costituisce un test fisicamente e psicologicamente molto impegnativo di mountain warfare, il moderno concetto che la NATO sta sviluppando sul combattimento in montagna, nel cui ambito gli Alpini giocano un ruolo di primo piano a livello internazionale. All’esercitazione erano infatti presenti osservatori di diverse nazioni partner dell’Alleanza Atlantica, che nel 2015 ha accreditato in Slovenia un centro di eccellenza per il mountain warfare, il cui vice-comandante è un ufficiale degli Alpini. Alle fasi finali dell’esercitazione ha assistito – insieme al generale Michele Risi, comandante delle Truppe Alpine dell’Esercito – anche il comandante del 172° Airborne dell’Esercito statunitense, unità delle aviotruppe che si addestra frequentemente con gli Alpini.
“La montagna è una scuola di disciplina e di valori, un ambiente severo in cui le attività in quota e a climi estremamente rigidi rappresentano per le Truppe Alpine dell’Esercito una sfida operativa ma anche un’opportunità addestrativa per acquisire capacità utilizzabili in diversi contesti. Le regioni montane ed artiche – ricche di risorse strategiche come acqua, minerali e fonti energetiche – rivestono oggi un’importanza fondamentale per la stabilità e la sicurezza globale, senza contare che il dominio della quota e la capacità di operare in condizioni climatiche severe consentono il controllo di vaste aree, garantendo un vantaggio tattico, operativo e strategico” ha affermato il generale Risi a margine dell’esercitazione.
La Extreme Patrol si iscrive nel programma di addestramento delle Truppe Alpine, che alcune settimane fa hanno svolto l’esercitazione Stella Alpina 2024, che ha visto addestrarsi per oltre due settimane, ai piedi della Marmolada, più di 600 militari dell’Esercito, mettendo in campo capacità di combattimento convenzionali, affiancate e supportate dalle principali innovazioni tecnologiche protagoniste della trasformazione dell’Esercito, impiegabili anche in quota, in condizioni estreme.
Comunicato: Ten. Davide MARCHINI, UPI 9° Reggimento Alpini, Foto: Esercito Italiano