Iniziata il 14 novembre l’esercitazione internazionale interforze Falcon Strike 2022 si è conclusa il 25 novembre. Organizzata dall’Aeronautica Militare, con l’ obiettivo di consolidare tattiche, tecniche e procedure nel campo della difesa aerea e l’integrazione tra velivoli da combattimento di quarta e quinta generazione.
Lo scenario ipotizzato è quello del’inizio di una crisi che sfocia molto rapidamente in un conflitto con una controparte paritetica, capace e ben strutturata, dotata di sistemi missilistici, radar e velivoli molto avanzati, quindi viene richiesta una risposta estremamente efficacie.
Sono stati proposti veri e propri scenari di guerra con l’impiego di sofisticate tecnologie di simulazione delle minacce e scenari operativi di difesa aerea complessi e altamente difesi, sfruttando anche le capacità di bassa osservabilità degli assetti di 5ª generazione.
Falcon Strike ha visto impegnate sei basi dell’Aeronautica Militare e i militari coinvolti ripropongono veri e propri scenari di guerra, anche grazie all’impiego di sofisticate tecnologie di simulazione delle minacce, a fronteggiare scenari operativi di difesa aerea complessi e altamente difesi, sfruttando anche le capacità di bassa osservabilità degli assetti di 5ª generazione.
La base aerea di Amendola, sede del 32° Stormo, è stata la sede dello rischieramento principale dell’attività, cui hanno preso parte personale e assetti di Italia, Stati Uniti e Olanda.
L’Aeronautica Militare ha schierato numerosi assetti aerotattici, in particolare gli F-35A e B di Amendola e Ghedi, Eurofighter, Tornado, G-550 CAEW, MQ-9 Predator, trasporti C-130J Hercules e C-27J Spartan e aerorifornitori KC-767A, KC-130J, elicotteri HH-139 e HH-101A.
Di rilievo la presenza della IT-D-ASACS (Italian Deployable Air Surveillance And Control System) la piattaforma di comando e controllo rischierabile, modulare, trasportabile, flessibile, sicuro e autosufficiente del Reparto Mobile di Comando e Controllo di Bari Palese, allestita all’aeroporto di Amendola. L’integrazione con il velivolo G-550 CAEW ha garantito il perfetto supporto sia per gli aerei in volo, italiani e dei paesi partner USA e Paesi Bassi, sia per le forze di superficie, dimostrandosi uno strumento indispensabile per l’estensione della capacità di sorveglianza dello spazio aereo.
La Marina Militare è intervenuta con un F-35B e il cacciatorpediniere “Caio Duilio”, mentre l’Esercito Italiano con assetti SBAD (Surface Based Air Defense), a guida del 121° Reggimento Artiglieria Controaerei “Ravenna”.
Numerosi anche i sistemi di controaerea terrestre, tra cui il sistema SIRIUS del 2° Stormo di Rivolto (UD), un sistema NIKE Target Tracking Radar ed una componente di Artiglieria Controaerei dell’Esercito Italiano – con capacità e missione di tipo SBAD (Surface Based Air Defence) – rischierata con una organizzazione di Comando e Controllo ed una batteria a cortissima portata STINGER del 121° Reggimento Artiglieria Controaerei “Ravenna” ed una batteria a media portata equipaggiata con il sistema d’arma controaerei e anti missile SAMP/T del 4° Reggimento Artiglieria Controaerei “Peschiera”.
Il Comando europeo dell’Aeronautica degli Stati Uniti (USAFE – United States Air Force in Europe) ha partecipato con assetti F-16 di Aviano ed F-35A di Lakenheath, velivoli F-35A presentati anche dalla RNLAF – Royal Netherlands Air Force. Ad essi si sono aggiunte unità Remote Threat Emitter Simulator, apparati Radio Frequency Threat Emitter ed un sistema altamente realistico di USAFE per la simulazione di minacce aeree (Wide Band Joint Threat Emitter).L’esercitazione si è focalizza infatti sull’addestramento congiunto di piloti e specialisti che operano su F-35 dei tre Paesi partecipanti, al fine di consolidare tattiche, tecniche e procedure operative nel campo della difesa aerea e migliorare la cooperazione e la standardizzazione a livello multinazionale.
Sulla base di Amendola ha esordito per la prima volta in Italia l’ F-35 Air Chiefs Meeting, un forum a guida USAFE di confronto e di aggiornamento a livello strategico tra i capi delle forze aeree che impiegano il velivolo di 5ª generazione, con lo scopo di consolidare la collaborazione in ambito F-35 European User’s Group, sfruttando anche le potenzialità peculiari delle infrastrutture nazionali deputate all’addestramento operativo.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’evento addestrativo, sono state effettuate operazioni aeree complesse in ambiente A2AD (Anti Access / Area Denial), tra cui missioni di Offensive Counter Air, guerra elettronica, Air Interdiction, High Value Airborne Asset attack and protection nonché Special Forces infiltration for GAAI (Ground Assisted Air Interdiction) operations e Special Forces exfiltration.
Le attività di supporto al Comando e Controllo a livello strategico sono state garantite dal National Air and Space Centre (N.A.S.O.C.) del C.O.A. di Poggio Renatico (FE), mentre quelle a livello tattico sono state assicurate tramite il velivolo G-550 CAEW (Conformal Airborne Early Warning) del 14° Stormo e dall’IT-D-ASACS rischierato su Amendola.
Oltre alle Primary Control Agency già citate, è stata coinvolta anche la Sala Operativa del 22° Gruppo D.A.M.I. (Difesa Aerea Missilistica Integrata) di Licola (NA), quale Recovery Control Agency, garantendo il rientro degli assetti nel rispetto della safety e assicurando la continuità di Situation Awareness in caso di contingenza.
Il Comandante USAFE-AFAFRICA, generale James Hecker, ha evidenziato come la Falcon Strike 2022 ha offerto opportunità fondamentali per l’addestramento al combattimento fianco a fianco e di operare come forza di coalizione rafforza l’Alleanza mentre vengono affrontate minacce più dinamiche in ambienti altamente contestati. Ad oggi già circa 140 gli F-35 operativi in Europa e l’obiettivo è di arrivare a circa 600 entro il 2034, quindi è stato sottolineato come tutto debba essere interoperabile in modo che qualsiasi nazione utilizzatrice possa operare su un F-35, indipendentemente dalla provenienza dello stesso, rifornendolo, riarmandolo e manutenendolo.
“La Falcon Strike ha dimostrato la crescita professionale raggiunta dall’AM nel settore dei velivoli di quinta generazione, sistema complesso molto variegato che non coinvolge soltanto gli aerei ma tutta un’ organizzazione, dal controllo del traffico aereo alla preparazione degli scenari operativi, adeguati per quelle che sono le esigenze di quinta generazione. L’attenzione per quello che è stato fatto ad Amendola e in Italia è sicuramente il miglior biglietto da visita per il successo di un’esercitazione come la Falcon Strike” sono state le parole del generale Luca Goretti, Capo di SM dell’Aeronautica Militare.
Il presente report è stato redatto da Federico Grattoni, le immagini sono di Achille Vigna e dell’Aeronautica Militare