Un C-130J atterra sull’aviopista progettata e realizzata da ENEA e Aeronautica Militare, la prima del continente antartico su una morena.
Primo atterraggio di prova questa mattina sulla nuova aviopista antartica progettata e realizzata da ENEA e Aeronautica Militare, in collaborazione con Vigili del Fuoco, grazie a un finanziamento dedicato del Ministero dell’Università e della Ricerca. Un C-130J della 46a Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare ha effettuato con successo, alle ore 4.30 italiane, il primo atterraggio sulla pista semi-preparata destinata a diventare in Antartide un hub internazionale al servizio della ricerca scientifica, non solo italiana.
Il volo ha trasportato materiali e cibo per fare fronte all’emergenza causata dal ridotto spessore di ghiaccio marino, che quest’anno non ha consentito l’atterraggio di grandi velivoli sul pack di fronte alla base costiera italiana Mario Zucchelli nella Baia di Terranova.
Larga 60 metri e completata per i primi 1.700 metri sui 2.200 previsti dal progetto, la pista è stata costruita per la prima volta su una morena, sfruttando i depositi detritici che sovrastano Boulder Clay, un ghiacciaio spesso oltre 100 metri, che si trova a 4 km dalla stazione Zucchelli. Nei prossimi mesi saranno completati i lavori che renderanno l’aviostruttura pienamente operativa già a partire dalla prossima spedizione antartica. Nello specifico, l’aviopista è composta da strati sovrapposti di materiale reperito in loco: la fondazione è costituita da materiale lapideo grossolano mentre quelli superiori sono invece realizzati con materiale a granulometria via via decrescente utilizzando l’Air Convection Embankment (ACE), il principio che favorisce la convezione di aria all’interno della struttura preservando dal surriscaldamento il sottostante sistema morena/ghiacciaio durante il periodo estivo.
Le missioni italiane in Antartide sono finanziate dal Ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito del PNRA, con ENEA che ne gestisce l’organizzazione logistica e il Cnr nel ruolo di responsabile della programmazione scientifica. La 38a spedizione italiana in Antartide ha preso il via a ottobre e coinvolge complessivamente 240 tra tecnici e ricercatori – tra cui 23 operatori e specialisti di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri messi a disposizione dalla Difesa – impegnati in 50 progetti focalizzati principalmente su scienze dell’atmosfera, geologia, paleoclima, biologia, oceanografia e astronomia. L’Aeronautica Militare, in particolare, contribuisce anche con un velivolo C-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa, con equipaggi addestrati ad operare in condizioni climatiche ed ambientali estreme, per i collegamenti tra la Nuova Zelanda e il continente antartico.
Fonte: Comunicato stampa AM, Foto: AM – 21 novembre 2022