Giornata storica per la portaerei della Marina Militare, che oggi ha dato prova di sinergia e interoperabilità nell’uso dei velivoli, inclusi gli F-35B a decollo corto e atterraggio verticale, sia in ambito nazionale che con la Royal Navy e i Marines degli Stati Uniti.
Tre le fasi dell’esercitazione che si è svolta nelle acque e nei cieli a sud-est della Sicilia: nella prima, due F-35B degli US Marines sono appontati sul Cavour, provenienti dalla portaerei “Queen Elizabeth”. Nella seconda, per la prima volta un F-35B della Marina e uno dell’Aeronautica hanno ricambiato la visita sulla nave ammiraglia del Regno Unito.
Ancora più complessa l’inedita formazione di volo, che ha visto operare insieme 4 F-35B di altrettante Forze armate diverse in ambito NATO: la Marina e l’Aeronautica italiane, i Marines americani e la Royal Navy.
L’attività si è conclusa con l’appontaggio di entrambi gli F-35B italiani su nave Cavour, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e dei capi di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, e dell’Aeronautica, generale di squadra aerea Luca Goretti, che hanno seguito da bordo l’intera esercitazione insieme all’ambasciatore Francesco Maria Talò, rappresentante permanente dell’Italia presso il North Atlantic Council della NATO.
La capacità di operare insieme efficacemente tra marine alleate è un fattore che abilita prontezza operativa e capacità di deterrenza dell’alleanza, a testimonianza degli alti standard addestrativi e di interoperabilità degli equipaggi italiani a livello internazionale.
Le attività di cross deck dei rispettivi velivoli sulla Queen Elizabeth e sul Cavour si inquadra nel più ampio contesto della cooperazione e interoperabilità tra Gruppi Navali, di cui l’F-35B rappresenta uno dei sistemi d’arma più pregiati. La capacità portaerei – in particolare con velivoli di 5^generazione – è un abilitante strategico che consente al nostro Paese di godere di un rango internazionale di rilievo nello scenario geo-politico, confermandosi un partner di pregio nell’ambito dell’Unione Europea e dell’Alleanza atlantica.
«Siamo felici di lavorare insieme e di farlo anche con i colleghi britannici e dei Marines americani – ha aggiunto l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina militare – perché l’addestramento congiunto dei piloti e degli equipaggi delle navi garantisce la piena interoperabilità: il futuro è oggi».
(Fonte e Foto MM Autore Alessandro Testa) – 23 novembre