Per la Portaerei della Marina Militare un importante passo verso il rinnovamento della sua capacità strategica
Terminata la breve sosta logistica in porto a Rota (Spagna), Nave Cavour ha iniziato la traversata atlantica che la porterà a Norfolk sulla costa orientale degli Stati Uniti, lasciando sulla sua scia di poppa l’Europa e il Mar Mediterraneo. Partita dalla Stazione Navale Mar Grande di Taranto il 28 gennaio scorso, con il saluto all’equipaggio del ministro della Difesa Lorenzo Guerini accompagnato a bordo dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, dal Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, e dal comandante in capo della Squadra Navale, ammiraglio Paolo Treu, l’ammiraglia della Marina Militare italiana ha orientato la prora in direzione della base navale della seconda flotta statunitense in Virginia, per la Campagna denominata “Ready For Operations” (RFO), per iniziare il processo di certificazione all’impiego operativo dei nuovissimi velivoli del programma Joint Strike Fighter (JSF) F-35B.
Si tratta di un appuntamento chiave per il presente e il futuro della Forza armata, così come ha delineato l’Amm. Cavo Dragone nelle sue linee guida per il 2021: “Un’impresa strategica per il Paese, che nel primo semestre porterà alla certificazione per l’impiego dalla nave dei nuovi F35-B della Marina mirato, in ottemperanza alle direttive del Ministro della Difesa, a raggiungere entro il 2024 la “capacità operativa iniziale” della portaerei con velivoli di 5^ generazione, cui dovrà affiancarsi quella più specifica di amalgama con l’intera forza marittima”.
Un evento al quale Nave Cavour si prepara da due anni, dall’ingresso in bacino, a Taranto, nel 2019, per i lavori di ammodernamento e adeguamento, durati fino al maggio 2020, utili all’importante e complesso salto generazionale che l’F-35B richiede e per il quale la Marina, in accordo con le Direttive del Ministro della Difesa, sta producendo sforzi al fine di assicurare così l’operatività dello strumento marittimo, in piena cooperazione “con i gruppi portaerei della US Navy e delle Marine di Regno Unito e Francia” ribadisce l’ammiraglio Cavo Dragone. Sottolinea, altresì, come “questi impegni, ad elevatissimo contenuto tecnico-operativo” siano “fondamentali per rafforzare il peculiare potenziale expeditionary abilitante per tutto lo Strumento militare nazionale”.
La “Ready For Operations (RFO)”, così come è stata battezzata la campagna negli Stati Uniti di Nave Cavour, assicurerà, con la consegna alla Marina Militare dei primi velivoli JSF nella variante a decollo corto e atterraggio verticale (Short Take Off and Vertical Landing – STOVL) F-35B, che andranno progressivamente a sostituire gli AV-8B Plus, il rinnovamento della capacità strategica della Portaerei, orgoglio della Marina, della Difesa e del Paese. Si tratta di un cambio di passo obbligato, dopo ben trent’anni di impiego di un velivolo straordinario quale è stato l’AV-8B, ma che comincia a essere inadeguato ai più moderni e sfidanti scenari di impiego, sempre più evoluti ed a più elevato rischio per la sicurezza dei nostri piloti nonché per le forze navali o per le truppe anfibie/terrestri da difendere.
Il nuovo velivolo F-35B, stato dell’arte nel panorama aeronautico e aeronavale delle più moderne Forze armate, proietterà la Marina nel novero delle pochissime dotate di capacità imbarcabile di 5^ generazione (al momento, insieme a quelle di USA e UK e, in futuro, anche del Giappone. Tale prerogativa consentirà un vantaggio tecnologico e di capacità di assoluta preminenza. Infatti, i velivoli di 5^ generazione, rispetto ai predecessori, sono costruiti con caratteristiche di bassissima osservabilità (stealth), che comportano uno spiccato vantaggio sia di sopravvivenza che di letalità. Il JSF offre, inoltre, una decisa semplificazione della condotta del velivolo che, associata a un’avanzatissima suite di sensori e di comunicazione, permette al pilota di dedicarsi principalmente al conseguimento degli obiettivi della missione.
Il rinnovamento della capacità della Portaerei, per un Paese a spiccata connotazione marittima, quale è l’Italia consentirà di massimizzare la capacità di tutelare gli interessi marittimi vitali del Paese, con maggiore versatilità, efficacia e anche a notevoli distanze dalla madrepatria, ovvero ovunque gli interessi nazionali e della Comunità internazionale possano essere a rischio.
Nel corso della Campagna RFO, lungo le coste statunitensi, saranno gli equipaggi e i team di collaudatori e ingegneri dell’Integrated Test Force (ITF) del programma multinazionale JSF, a verificare la compatibilità e l’integrazione del nuovo velivolo a bordo della Portaerei, impiegando tutti i sottosistemi e sensori dell’Unità, all’uopo aggiornati nel corso dei citati lavori pre-campagna, e verificando tutte le condizioni meteo-ambientali che, per ogni tipologia di missione assegnata al velivolo, consentiranno di sfruttarne appieno le capacità, in piena sicurezza.
L’approntamento per la partenza negli U.S.A. oltre alle consuete attività (come ad esempio, l’addestramento, il ripianamento delle scorte, l’imbarco di materiali e parti di ricambio), a causa della pandemia Covid-19 ha imposto che si adottassero tutte le necessarie precauzioni nonché i protocolli specifici, previsti dalla Marina per tutelare la sicurezza del personale impiegato a bordo delle Unità della Squadra Navale.
(Fonte e Foto MM Autore Rosario Naimo e CS 06) – 03 febbraio