Addestramento intensivo e preparatorio per gli Alpini della JULIA
Condotta una serie di esercitazioni propedeutiche da parte dei reparti, in vista dei prossimi impieghi della Brigata.
Con gli inizi di giugno la Brigata Alpina JULIA ha ripreso il suo consueto addestramento intensivo, anche alla luce dei prossimi impieghi operativi che vedranno schierati tutti i reggimenti appartenenti alla gloriosa Brigata in operazioni sul territorio nazionale e all’estero.
Diverse le aree utilizzate per i variegati atti tattici previsti, a partire dai poligoni per armi portatili nell’area di Vipiteno, al poligono della Val d’Oten nel Bellunese per finire con l’area di Rivoli Bianchi di Venzone e del Poligono occasionale del Monte Bivera sulle Alpi Carniche.
Ad aprire il fuoco, e non in modo figurato, l’ 8° reggimento alpini, il quale nella settimana dal 25 al 29 maggio ha concluso il percorso addestrativo di approntamento finalizzato al conseguimento della Full Operational Capability (FOC) per l’impiego in teatro operativo con l’esercitazione a fuoco “Final Cut 2020“, condotta in uno scenario di minaccia CBRN e che ha visto impegnati, oltre al Comando dell’8° reggimento alpini ed al Comando del battaglione “Tolmezzo”, la 115^ compagnia Supporto alla Manovra, con il plotone mortai pesanti e la squadra Tiratori Scelti. L’esercitazione, svolta in due fasi, presso il poligono occasionale del Monte Bivera e presso le aree addestrative di Gemona del Friuli ha visto impegnati complessivamente oltre duecento uomini del reggimento che, nel rigoroso rispetto delle vigenti disposizioni in materia di contenimento della pandemia, hanno condotto tutte le attività a fuoco in condizioni di sicurezza, alternandosi in modo da limitare a non più di un plotone la presenza contemporanea nelle diverse aree addestrative. Tutti gli uomini e le donne dell’Ottavo Alpini hanno dato ottima prova di sé, raggiungendo gli obiettivi addestrativi prefissati. Degna di particolare menzione è però la Scuola Tiri mortai pesanti effettuata in assetto CBRN.
Si è trattato di un’attività dove esperti mortaisti si sono affiancati a commilitoni al “battesimo del fuoco”. Il reggimento ha condotto la prova auto valutativa CBRN ed è toccato proprio al plotone mortai effettuare tale attività. Infatti, in piena attività a fuoco alle 10.47 è arrivato al posto comando l’allarme CBRN, subito diramato allo schieramento mortai. Rapide le mani sono corse alle maschere NBC e, in pochi secondi, tutto il personale era perfettamente protetto. Immediatamente il nucleo CBRN di reggimento ha iniziato con i calcoli della contaminazione mentre il plotone mortai ha continuato ad operare per mettere in batteria i mortai da 120 mm. Alla fine, sono state sparate, con straordinaria precisione, 80 bombe ad alto potenziale, da personale in completo assetto CBRN. Si è trattato sicuramente una delle pochissime scuole tiro, ad essere condotta in questo scenario, reso ancora più realistico ed attuale dall’emergenza sanitaria che sta interessando il mondo intero. A termine della scuola tiro, tutto il personale di è recato presso la caserma “Goi – Pantanali” in Gemona del Friuli, dove erano attesi dagli specialisti dei nuclei di decontaminazione che avevano allestito una “striscia di decontaminazione operativa” per personale e i mezzi.
Una settimana più tardi il monte Bivera è tornato ad essere protagonista nell’ambito delle attività addestrative della Brigata alpina Julia. Infatti, gli alpini del 7° reggimento di Belluno, al termine di due settimane di intenso addestramento sia a livello squadra che plotone nella condotta di attività tattiche offensive, difensive e di stabilizzazione in ambiente montano, svoltesi principalmente nell’area di Tai di Cadore e del poligono della Val d’Oten, anche con pernottamento all’addiaccio hanno condotto nella giornata del 3 giugno una attività a fuoco con i mortai medi da 81 mm.
Nello specifico durante la fase dell’attacco il Nucleo SAOV (Sorveglianza Acquisizione Obiettivi Visuali) posto in dominio di quota, per meglio calibrare l’azione di fuoco, è stato fatto a sua volta oggetto di fuoco nemico, e sfruttando le tecniche del Mountain Warfare, è riuscito a disingaggiarsi con una rapida discesa in corda doppia con la tecnica australiana. La “verticalità” è uno dei principi cardine che caratterizza le truppe da montagna, essa è intesa come una capacità di vivere, muovere e combattere in luoghi caratterizzati appunto da quote elevate e pareti a strapiombo e deve quindi, come in questo caso, essere sfruttata a proprio vantaggio. Nel corso della manovra sono state utilizzate tutte le armi a disposizione del plotone, dal mortaio da 60 mm., al GLX con le granate da 40 mm., alle armi di reparto (MINIMI e MG) nonché l’ARX 160
Mentre per l’esercitazione con i mortai medi da 81 mm che prevedeva anche un cambio di schieramento dei mortai stessi, la manovra è avvenuta grazie al supporto fornito dagli elicotteri UH-205 dell’AVES , che hanno trasportato le squadre mortai in due scaglioni, protetti da una coppia di elicotteri d’attacco AH-129 Mangusta, che hanno simulato alcune CAS (Close Air Support), nonché l’impiego dei tiratori scelti che hanno condotto svariate attività di pattuglia e di tiro con le armi in dotazione al reparto.
L’attività si è conclusa con l’utilizzo dei mortai a tiro diretto, in modalità speditiva che consente alle unità di fornire un supporto di fuoco immediato in caso di necessità, ed ha messo in evidenza come sempre di più oggi, come del resto avveniva nel passato, la peculiarità dei soldati di montagna è quella di operare e addestrarsi nei terreni aspri, impervi e compartimentati che solo l’ambiente alpino offre e, con condizioni climatiche difficili.
Nel mentre il 5° reggimento alpini ha condotto delle esercitazioni a fuoco indispensabili per preparare al meglio il proprio personale alle prossime sfide operative.
Il personale del Reparto ha avuto l’opportunità di svolgere esercitazioni a fuoco diurne e notturne con diverse armi in dotazione, compresi mortai di piccolo calibro e la moderna “Hitrole Light” (Highly Integrated Turret Remotely, Operated, Light Electrical) un sistema d’arma a controllo remoto all’avanguardia, sviluppato dalla Oto Melara del gruppo Leonardo, equipaggiato – nel caso degli alpini – su veicolo tattico multiruolo “Lince”, progettata per soddisfare pienamente i requisiti di precisione del tiro e protezione del personale.
Inoltre, nei giorni scorsi i tiratori scelti del 5° Reggimento Alpini hanno partecipato a due distinte esercitazioni in diverse aree addestrative che permettono l’impiego di armamento di precisione.
Non sono mancate le attività di specialità: da qualche giorno una trentina di militari del 5° Reggimento Alpini stanno affrontando un corso basico alpinistico mirato ad acquisire le basilari tecniche di progressione su roccia, via ferrata e ghiacciaio.
Nonostante la complessità dettata dalla doverosa necessità di rispettare le stringenti norme di sicurezza mirate a ridurre al minimo le possibilità di contagio da COVID-19, tali attività sono indispensabili al mantenimento delle capacità operative e per poter affrontare al meglio gli impegni futuri che verranno affidati ai reggimenti, oltre che per affinare l’addestramento dei militari recentemente assegnati al reparto, i quali hanno sofferto il parziale rallentamento delle attività addestrative dovute alla situazione sanitaria contingente.
I giovani alpini, futuro della specialità, si addestrano per essere i soldati di domani
Una cinquantina di VFP1, di tre diversi reggimenti della Brigata Julia, 5° alpini, reggimento Logistico Julia e 2 ° reggimento genio guastatori alpini, stavano seguendo l’iter addestrativo propedeutico alla partecipazione all’operazione “Strade sicure”.
I militari hanno affinato le tecniche di tiro con l’arma lunga e corta svolgendo diversi poligoni, e si sono addestrati nelle procedure operative necessarie al raggiungimento della qualifica di agente di pubblica sicurezza effettuando tra l’altro simulazioni di perquisizioni, rigorosamente con i DPI previsti.
Per finire sempre sugli scudi l’8° reggimento alpini che in qualità di reparto “pilota” della Brigata alpina JULIA per il Friuli-Venezia Giulia ed il Veneto, ha portato a termine le attività di approntamento per l’impiego in operazioni nazionali del personale VFP1 del 3° blocco 2019.
33 giovani alpini, non un numero a caso, dell’8° e del 7° reggimento di fanteria alpini, del 3° reggimento artiglierie terrestre (da montagna) e del Reparto Comando e Supporti Tattici (RCST) “Julia” hanno dimostrato le capacità raggiunte al termine dell’addestramento condotto da istruttori dell’8° Alpini al Generale Comandante delle Truppe Alpine, Gen. C.A. Claudio BERTO, e al Comandante della Brigata “Julia”, Gen. B. Alberto VEZZOLI, effettuando delle esercitazioni a fuoco conclusive del percorso addestrativo di approntamento.
I giovani alpini, provenienti da diverse regioni d’Italia, hanno condotto impegnative attività a fuoco individuali e di squadra: dal lancio della bomba a mano in movimento, all’impiego del mortaio d’assalto da 60 mm, al tiro dinamico con transizione d’arma fino alla condotta di una reazione automatica immediata, in campo aperto, contro obiettivi materializzati da sagome “a scomparsa”. Particolarmente soddisfatto per l’elevato livello addestrativo raggiunto, il Comandante delle Truppe Alpine ha successivamente voluto incontrare i giovani alpini, ringraziandoli per l’impegno e complimentandosi con loro per gli ottimi risultati conseguiti in tutte le prove. La virtuale stretta di mano, con cui il Gen. BERTO ha salutato tutto il personale, ha premiato il valore e la dedizione con cui i nostri nuovi alpini hanno saputo affrontare un impegnativo percorso addestrativo, sempre e comunque nel rigoroso rispetto delle norme per il contenimento dell’emergenza in atto.
(Fonte e Foto Brigata Alpina Julia) – 22 giugno