Lepre Artica, la LIVEX dei Tiratori scelti
(Testo di Federico Grattoni e Simone Mirino, crediti fotografici come indicati). Organizzata e condotta dall’ 8°Reggimento Alpini di Venzone (Udine) tra fine maggio ed inizio giugno si è svolta la LIVEX “Lepre Artica 2019”, un’esercitazione interforze riservata ai Tiratori Scelti qualificati. L’ambiente le Alpi Carniche, da Venzone al poligono del Monte Bivera, con una conformazione del territorio montuoso, rappresentativa di alcuni scenari ritrovati nei territori afghani, la LIVEX ha portato i vari team di Tiratori ad affinare le tecniche del tiro di precisione, a distanze più o meno elevate e in vari contesti, dal poligono statico al più complesso tiro dinamico per terminare con un’attività a fuoco dopo una pattuglia di due giorni. La movimentazione in ambienti impegnativi presuppone un’elevata preparazione fisica, una conoscenza della topografia e della navigazione sul terreno molto avanzata, soprattutto considerando che ogni movimento, in quanto tattico, è effettuato di notte, quindi con una drastica riduzione dei punti riferimento che si potrebbero altrimenti avere con la luce diurna.
La partecipazione all’esercitazione è stata molto numerosa e ha visto, oltre ai tiratori scelti dell’8 Reggimento Alpini, la partecipazione di tiratori dei vari reparti della Brigata Alpina “Julia”, della Brigata Alpina “Taurinense”, della Brigata Meccanizzata “Sassari”, della Brigata Paracadutisti “Folgore”, del Reggimento Lagunari “Serenissima”, del 7° e 13° Reggimento Carabinieri, due team della 173° Brigata Paracadutisti del Esercito degli Stati Uniti di stanza a Vicenza, alcuni osservatori della Scuola di Fanteria di Cesano e un AB.205 del 5° Reggimento “Rigel” di Casarsa. Condotta con estremo realismo, ha consentito di coniugare il classico addestramento dei reparti alpini con l’approfondimento della conoscenza delle più aggiornate tecniche d’impiego e dei sistemi d’arma di vario calibro in dotazione all’Esercito: ARX200 cal.7,62, Sako TRG42 cal. .338 e Barrett M82 cal. .50 (12,7) per l’ingaggio di precisione alle varie distanze. Obiettivo è infatti l’acquisizione della migliore capacità di impiego dei moderni strumenti a disposizione, affinché i reparti possano operare in teatro operativo minimizzando i rischi presenti e massimizzando i possibili risultati conseguibili.
Nel corso delle due settimane i team hanno man mano affrontato difficoltà sempre più crescenti, sia a livello di tiro (statico diurno e notturno e dinamico) sia a livello di mobilità e di spostamento in territorio impervio e montano. Una parte considerevole del lavoro esercitativo è stata rivolta alla parte dinamica, permettendo di verificare e di addestrare i vari team di sniper e spotter a lavorare in maniera quanto più affiatata e precisa, andando a testare la capacità del tiratore di sparare in varie posizioni sfruttando gli appigli naturali presenti attorno a lui e dello spotter che, cambiando continuamente obiettivi e postazioni di tiro, doveva in breve fornire al tiratore i giusti dati di correzione. A bordo del AB.205 è stata condotta una sessione di helysniping, permettendo così anche ai reparti non appartenenti alle forze speciali di cimentarsi in una prova molto complessa. Il buon 205 ha permesso ai tiratori di sparare in volo da quote e distanze diverse, dando modo a questi di valutare e di intervenire sulle difficoltà di essere a bordo di un mezzo in movimento, sovente instabile e per sua caratteristica non privo di vibrazioni.
La fase sicuramente più importante per l’aspetto ambientale e per la preparazione psicofisica dei team e quanto mai realistica per l’aspetto operativo ha visto protagoniste due pattuglie che, infiltrate in un’area ostile appositamente ricreata, avevano il compito di effettuare osservazioni su un obiettivo identificato, rispettando tempistiche, e porsi pronte sulla linea di tiro del poligono del Monte Bivera, con le sagome collocate a distanze comprese tra gli 800 e i 1200 metri. Durante l’attività di pattuglia il personale è stato esercitato con diverse prove simulate: il trattamento di un ferito, per verificare la preparazione in materia di primo soccorso, le metodologie e le comunicazioni radio, la ricerca di obiettivi e materiali sensibili come antenne e droni nemici.
L’esercitazione “Lepre Artica” ha voluto così essere quanto più completa e reale possibile andando a toccare tutti i punti principali che possono riguardare l’attività operativa dei team di osservatori e tiratori scelti.