APR in Afganistan
Diversi sono gli acronimi utilizzati per definire i droni, UAV, Unmanned Aerial Vehicle, UAS Unmanned Aerial System, RPA Repotely Piloted Aircraft, RPV Repotely Piloted Vehicle, o semplicemente in italiano APR Aeromobile a Pilotaggio Remoto.
Diversi sono anche tipologie e categorie e l’UVS International ha stilato una classificazione basata su una serie di parametri diversi come la categoria di impiego, il raggio operativo, la quota di volo, l’autonomia, il peso massimo al decollo, quest’ultimo in particolare fissa cinque classi: Micro (fino a 2 kg), Mini (2-20 kg), Leggeri (20-150 kg), Tattici (150-500 kg), Strategici (oltre i 500 kg).
Anche a livello legislativo e normativo sia internazionale che nazionale si sta cercando di dettare disposizioni e di emanare procedure per regolamentare l’utilizzo e la navigazione in ambito civile e militare di questa vastissima categoria di macchine volanti che si sta incredibilmente diffondendo e proliferando: basti pensare che ad oggi solo in Italia l’industria aeronautica ha in sperimentazione, sviluppo o produzione una cinquantina di droni delle più diverse categorie.
E’ nell’ambito militare che trovano origine e si sviluppano queste macchine ed in questo stanno oggi stanno avendo un utilizzo sempre più ampio ed intenso.
Tra le Forze armate italiane ha iniziato l’Esercito negli anni sessanta acquisendo il Canadair CL-89 e successivamente il più evoluto Meteor Mirach 20 grazie anche alla collaborazione dell’industria aeronautica nazionale.
Agli inizi degli anni 2000 l’Aeronautica Militare è stata tra le prime forze aeree in Europa a guardare lontano assegnando al 28° Gruppo i primi sistemi APR RQ-1 Predator A e dal 2008 i MQ-9 Reaper (Predator B) intensamente impiegati in diversi teatri, Iraq, Afghanistan, Libia, Kossovo, Somalia ed ora utilizzati per ostare la diffusione del califfato dell’ISIS.
La recente visita alla FSB di Herat (ottobre 2014) ci ha permesso di cogliere la nuova fase della missione ISAF quella della transizione. L’obiettivo è il completamento del processo di trasferimento del controllo del territorio e della sicurezza del paese al Governo afghano ed alle sue Forze di sicurezza, attivando quindi anche quel progressivo disimpegno delle Forze NATO presenti con il rientro di mezzi e di personale.
In quest’ambito, in ordine di tempo, ultimo è il ritiro della Task Group Astore e dei due Predator B: il primo dicembre, con l’atterraggio sulla pista di Herat, dopo un volo durato poco più di cinque ore e mezza, si è conclusa l’ultima missione condotta dai Predator italiani nei cieli dell’Afghanistan.
Ha fine così, dopo quasi sette anni e mezzo, la più lunga ed intensa esperienza condotta in teatro dal 28° Gruppo del 32° Stormo di Amendola che dal 8 giugno 2007 sulla FSB di Herat aveva operativi i primi MQ-1C Predator A+, sostituiti nel gennaio 2014 dal MQ-9A Reaper o Predator B. In questo lungo arco di tempo sono state 1.576 le sortite e 14.194 le ore di volo, inoltre sono stati conquistati due record internazionali di durata di volo, uno con 26 ore e 42 minuti con il Predator A+ e uno con 20 ore e 12 minuti con il “B”.
L’avvicendamento del più prestante Predator B, seppure per un periodo limitato di quasi un anno, ha reso disponibile al Contingente multinazionale ed alle Forze di sicurezza afghane e in generale alle varie Task Force operative in teatro, un sistema maggiormente evoluto per lo svolgimento delle missioni ISR, Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione su tutto il territorio afghano. Contemporaneamente, anche se per un arco di tempo limitato, si sono potuti verificare profili e procedure innovative nell’impiego integrato con gli AMX in missioni CAS, utilizzare al meglio le potenzialità dei sistemi trasformando un assetto ISR in una vera piattaforma ISTAR in grado cioè anche di acquisire target e quindi a svolgere funzioni SCAR, Strike Coordination and Reconnaissance, ovvero di coordinare per un tempo prolungato un’attività aria-superficie.
Accanto alle potenzialità del sistema sono cresciute notevolmente anche le esperienze, le capacità, le professionalità e le creatività dell’ampia componente umana, elemento questo sempre indispensabile e che ha permesso all’Aeronautica Militare di raggiungere un livello di eccellenza nell’ambito dei sistemi a pilotaggio remoto.
L’Aeronautica Militare dispone anche di un APR ben più piccolo, meno famoso ma ben più numeroso del Predator, lo Strix-C, un Mini APR in carico al 16° Stormo “Protezione delle Forze” di Martina Franca.
I “Fucilieri dell’aria” a Herat hanno in dotazione dal 2013 questo nuovo assetto che ha raggiunto la piena capacità operativa, FOC, ed è in grado di osservare con discrezione e silenziosamente di giorno e di notte il territorio attorno alla base come supporto a pattuglie esterne e la ricognizione su punti o aree e può essere usato per funzioni di intelligence come anche per interventi in emergenza.
Prodotto dalla Alpi Aviation di Pordenone lo Strix (in ornitologia è un genere di rapaci notturni) ha una configurazione “tuttala” di circa tre metri di apertura, un peso di quasi 9 chilogrammi ed è propulso da un motore elettrico che grazie alle due batterie gli permette di volare ad una velocità di crociera di 60 km/h per circa due ore ad una quota massima di 2.500 metri con un range di circa 12 chilometri, che possono essere aumentati se la stazione di controllo a terra viene montata su un mezzo che possa seguire il velivolo sul terreno.
Facilmente trasportabile con un apposito zaino può essere montato in pochi minuti e lanciato da una catapulta. Il carico utile è composto da una telecamera per le riprese diurne o una IR per riprese notturne facilmente sostituibile in un apposito alloggiamento protetto nella zona ventrale.
Una stazione di controllo e pilotaggio, una stazione antenna GPS e per le comunicazioni dei dati con il velivolo completano il sistema che viene gestito da due persone qualificate come operatori di sistema Strix-C dopo il superamento di un corso teorico ed una serie di 30 missioni previste per la parte pratica gestito direttamente dall’Aeronautica Militare.
La slovena C-Astral è invece la ditta produttrice del C4-EYE Bramor, ovvero grillotalpa, denominazione non proprio aeronautica. Questo un Mini APR, simile allo Strix-C nella configurazione e come sistema ma dalle dimensioni più contenute, è in fase di sperimentazione in teatro da parte dell’Esercito per contrastare la minaccia degli ordigni improvvisati IED, rafforzare la protezione dei convogli lungo la viabilità esterna ed acquisire le informazioni utili per pianificare l’attività sul terreno.
Avviata nel giugno 2014 la valutazione è affidata al personale del 41° Reggimento “Cordenons” della Task Force “Genio”.
Propulso anch’esso da un motore elettrico e lanciato con una catapulta, il Bramor ha un peso di poco superiore i 4 chilogrammi ed una autonomia di volo di circa 3 ore e può trasportare telecamere ottiche girostabilizzate, IR, illuminatori laser o una fotocamera per sviluppare prodotti cartografici tridimensionali.
Ultimo per dimensioni è il Huginn X1 un Micro APR costruito dalla danese Anthea Technologies ed in carico al 41° Reggimento “Cordenons” .
l’X1 è un quadricottero e quindi decolla ed atterra verticalmente, senza alcun meccanismo di lancio e senza un pad di atterraggio, è dotato di telecamera e completo di batteria non raggiunge il chilo e mezzo ma può arrivare una velocità massima di 50 km/h con un’autonomia fino a 25 minuti ed è capace di volare anche in ambienti chiusi. Compatto, facilmente trasportabile ed utilizzabile da un solo operatore può assolvere a compiti di ispezione, di monitoraggio, di sorveglianza e di ricognizione in aiuto alle truppe a terra in ambienti urbanizzati.